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mercoledì 23 dicembre 2015

L'ora delle recensioni #25: Il destino di Cetus di Licia Troisi

Ciao viaggiatori e buona Vigilia! Eccomi qui in una nuova recensione. Quella che ho scelto per oggi è una lettura risalente a secoli fa, essendo che ne ho davvero moltissime in arretrato o più urgenti, ma era assolutamente necessario farla, perché ho amato questo libro. Si tratta del quarto ed ultimo libro di una saga, quindi, come sempre, se non avete letto i libri precedenti continuate a vostro rischio e pericolo.

TITOLO: Il destino di Cetus (I regni di Nashira #4)
AUTORE: Licia Troisi
ANNO DI PUBBLICAZIONE: 2015
PREZZO: € 19.00
GENERE: High fantasy
CASA EDITRICE: Mondadori Chrysalide

TRAMA: Talitha ha oltrepassato il confine che da millenni separa i popoli della superficie di Nashira dagli Shylar, gli esseri immortali che dimorano nel sottosuolo. Laggiù, dove il tempo è un eterno presente, si nasconde la chiave che forse potrà fermare le esplosioni di Cetus, il sole che ciclicamente distrugge ogni forma di vita in un'apocalisse di fuoco. Intanto un arcano incantesimo ha riportato in vita Saiph per ricongiungerlo a Talitha e ai guerrieri che la accompagnano nella missione. Nei meandri di Shyla scopriranno un mondo multiforme e traboccante di vita, abitato da animali feroci e creature simili a divinità. L'energia magica che lo pervade è governata da regole misteriose e l'enigmatica Nera, guida spirituale degli Shylar, farà qualsiasi cosa per preservarla, a costo di allearsi con l'essere più abietto che calpesta la terra di Nashira: Megassa, padre di Talitha che ha votato la sua vita alla distruzione della figlia e dei suoi alleati…


Immagine tratta dalla copertina del primo volume, "Il sogno di Talitha"

RECENSIONE: Nonostante sia uscito questa primavera, ho letto questo libro solo a fine agosto. Mi dicevo che era perché temevo di restare delusa, dato che avevo letto alcune recensioni negative, ma forse avevo solo paura di terminare questa meravigliosa saga, che mi ha tenuto compagnia per più di quattro anni della mia vita.
Il destino di Cetus inizia quando Saiph, che avevamo lasciato nella fossa comune, si risveglia, tornando dai morti. Il perché non lo sa nemmeno lui: ha uno squarcio sul petto al posto del cuore, e ricorda la propria esecuzione nei minimi dettagli. Tranne per un dettaglio: a chi appartengono quegli occhi di un verde brillante che lo guardavano mentre Megassa lo uccideva? Ogni ricordo di Talitha è scomparso, insieme al suo cuore. Ed è per questo che, sin da quando apre gli occhi, Saiph sente qualcosa mancare alla sua esistenza, un interrogativo senza risposta. Sarà Lakina a spiegargli, superando i propri sentimenti, che quella che ha dimenticato è la ragazza che ha amato da sempre, quella per cui lui ha rinunciato a tutto.
Talitha, intanto, dall'altra parte di Nashira, si trova con Melkise e Verba, intenzionata ad entrare nel mistico regno degli Shylar, coloro che, per quanto ne sanno, controllano i due soli, Miraval e Cetus, e di conseguenza il ciclo delle Catastrofi, le esplosioni di luce che spazzano via ogni forma di vita da Talaria.
La morte dei nostri nemici non potrà ridarvi le vite di chi avete amato né cancellare le vostre cicatrici. Ma la fine delle ostilità potrà portarvi serenità. Per questo sono morto, per questo sono tornato.
In questo libro si alternano differenti punti di vista, che continuano a cambiare. Abbiamo quello di Talitha, di Saiph, di Lakina, poi quello di Melkise e Megassa e Nera, il capo degli Shylar.
I colpi di scena sono molti, e ogni pagina è impregnata di suspance, fino alla fine, spingendoci a divorare ogni pagina e a sperare che, alla fine, ci sia un agognata vittoria.
Come in ogni libro di Licia Troisi, anche qui c'è un massacro. Ho contato ben sette morti, e, se alcune sono state buone e a lungo attese, altre mi hanno colta impreparata e ci sono rimasta davvero molto male. Soprattutto per una coppia che shippavo e che, invece, viene tragicamente distrutta dalla morte di lui. Okay, basta spoiler.
Immagine di Talitha creata da Paolo Barbieri
L'unica cosa che non mi è molto piaciuta è l'incredibile passione di Saiph per morire e tornare in vita. Ormai non ci faccio neanche più caso. Alla fine de Le spade dei ribelli l'avevamo lasciato con un "Benvenuto nel Regno dei Morti", alla fine de Il sacrificio, morto infilzato da una spada dopo una pubblica esecuzione e gettato in una fossa comune. E qui, nel capitolo finale, non è da meno. Quasi in ogni capitolo sembra che stia per morire e quindi, alla fine, non resta molta suspance nei suoi confronti.
E allora vide. Il primo incontro con Talitha bambina, i suoi capelli rossi e i suoi occhi più verdi dei boschi in primavera. I giorni nel monastero, tutte le volte in cui l'aveva protetta, e la battaglia a Orea, quando aveva ucciso per lei ed era stato sul punto di morire. Visse ogni singolo giorno trascorso al suo fianco, ogni singolo palpito che il suo cuore aveva dato per lei e infine il bacio nella cella, poco prima dell'esecuzione, quando tutta la sua vita sembrava essersi ristretta in quell'unico gesto che lo aveva restituito a sé stesso. L'aveva abbandonata per seguire il proprio destino, ma per un istante era stata sua, e con quel ricordo si era avviato al patibolo.
Molti sono i personaggi che acquistano maggiore importanza, e molti sono i loro cambiamenti. Innanzitutto, Nera, che avevamo visto per un istante nel prologo de Il sacrificio ed in quello di questo volume, ma che poi, pian piano, impariamo a conoscere (e ad odiare). 
Lakina, che dopo le sue performance con Saiph avevo imparato a disprezzare, diventa uno dei personaggi principali e, vi dirò, alla fine ho imparato a sopportarla e mi stava quasi - quasi - simpatica; riveste ruoli molto importanti e viene coinvolta in diversi modi.
Talitha cambia molto nel corso della storia. L'aver perso Saiph l'ha distrutta, ed ora è diversa dalla ragazza impulsiva che conoscevamo nei primi libri. Nelle prima pagine è sopraffatta dal dolore e, anche se in seguito torna ad essere la guerriera forte e coraggiosa, non lascia più andare Saiph con la facilità di prima. 
Di quest'ultimo ho già parlato, e volevo invece presentarvi un personaggio nuovo che è un perno importante della storia. Si tratta di Àmaro, un personaggio politicamente importante per il quale provo una stima sconsiderata.
Talitha quasi non ascoltò, rapita com'era dalla contemplazione di quella magnificenza. Era una visione che trasmetteva vita, forza, intensità; era scoprire il cuore segreto del luogo in cui era sempre vissuta.
Che dire, Nashira mi mancherà tantissimo. Penso sia uno dei mondi in cui più mi è piaciuto vivere, uno di quei luoghi che solo nella nostra fantasia possono essere reali, sfogliando le pagine di un buon libro. Ho amato combattere battaglie all'ultimo sangue, vivere all'ombra dei Talareth, respirare grazie alla Pietra dell'Aria. Ho amato conoscere Talitha e Saiph, mi sono innamorata del loro rapporto, prima di grande amicizia, poi di infatuazione e infine di amore.
Questa saga ha fatto parte della mia vita per quattro anni e mezzo, e mi mancherà tantissimo.

Il mio giudizio: ✯✯✯✯✯ 


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